| Il giardino di Environment Park, Torino |
| Giardino e aree pedonali del Centro Servizi del Parco Tecnologico Scientifico per l'Ambiente - Environment Park di Torino. Il progetto riguarda le realizzazione di un giardino, di una piazza pedonale sul piano copertura dell’autorimessa dell’Environment Park e del ristorante. Il giardino, nei suoi caratteri principali, è costituito da un grande prato inclinato verso sud al cui interno si trovano tre isole in ciottoli di fiume circondate da graminacee ornamentali (Festuca glauca) e panche in doghe di legno, isolato dagli edifici lungo i lati da due fasce boscate con betulle (Betula alba) e un “sottobosco” formato da erbacee coprisuolo (Vinca minor). Il prato a forma trapezoidale, termina con il lato maggiore nella parte sommitale con un argine esposto a nord, ricoperto al suolo di edera (Hederea elix) e allineato con il fronte degli edifici che affacciano sul Parco della Dora. A sud del giardino si attesta un sistema di spazi di sosta su due livelli dove si affacciano il bar e il ristorante situati al piano di campagna. Un terzo livello è la piazza pedonale soprastante i servizi di ristorazione e le autorimesse, dove è collocato il “Totem Fotovoltaico”. Il giardino diventa il luogo di connessione tra architettura e natura in un paesaggio connotato da testimonianze del passato, in un ambiente costruito e culturale fortemente caratterizzato dall’innovazione quale è l’Environment Park. Gli elementi evocati e latenti, che caratterizzano il giardino sono: la presenza del suolo, attraverso la forma dell’argine, il prato in pendenza, le “fratture” della pavimentazione che formano le aiuole, la presenza delle cortine edilizie e dei manufatti ricoperti di vegetazione che si delineano come emergenze portate alla luce da un immaginario scavo. Da questo carattere di luogo in trasformazione deriva l’atmosfera del giardino volutamente “ritagliato”, appartato ma non separato, all’interno dell’insediamento di Environment Park. Progetto esecutivo e direzione artistica: Arch. Paesaggista Gianluca
Cosmacini (collaborazione arch. Davide Giachino).
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