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Il giardino dei colori e del teatro
Giardino pubblico urbano e centro di formazione teatrale “Bell’Arte” in Torino, via Bianchi ang. Via Bellardi, 2003-2006

Progettazione del giardino e del centro: architetti Paolo Mighetto e Marco Minari; supervisione Comune di Torino: arch. Alessandra Aires (Ufficio Urbanizzazioni); consulenti agronomi: dr. Stefano Fioravanzo e dr. Marta Vitale; realizzazione del Centro: Pro-Edil s.r.l. (Torino); realizzazione del giardino: Tecneco s.r.l. (Torino).
Importo dei lavori: 600.686,25 euro; superficie a verde: ca. 5.000 mq.

La maglia dei pilastri della vecchia fabbrica si trasforma in una rete verde di pioppi cipressini (Populus nigra var. ‘Italica’) a punteggiare un verde prato con dolci collinette. Il grande prato dei pioppi occupa tutta la parte non edificata dell’isolato, lambisce le otto volte superstiti trasformate nel centro “Bell’Arte” e nella piazza coperta, si affaccia sulle vie con una piazzetta pedonale dove le collinette sono artificiali e diventano panchine, in cemento colorato rivolte verso l'albero dei sigari (Catalpa bignonioides). Altre panchine diventano vasche per le piante aromatiche con timo (Thymus serpillum), rosmarino (Rosmarinus officinalis) e lavanda (Lavandula spica ‘Hidcote’) che profumano l’aria e colorano lo spazio di sosta e relax. Sul lato opposto il verde lascia spazio alle attrezzature di gioco per i piccoli, di fitness per gli adulti e di sport per i ragazzi (un’area per il basket); la piazza coperta, dal pavimento coloratissimo, ospita anche tavolini e panchine per la pausa pranzo. Il giardino, la piazza e il Bell’Arte sono immersi nel colore e formati dal colore, che ne individua, segnala e indirizza pavimenti, percorsi e funzioni, in una ricca e allegra combinazione.
Dalle panchine l’occhio segue le cadenzate ondulazioni del parterre, osserva la memoria dei pilastri trasformati in alberi ed è guidato con naturalezza verso le grandi volte del Centro e della piazza coperta, con una rilassata dinamicità dai piacevoli contrasti; lo spazio urbano si fa, esso stesso, territorio di comunicazione e di trasmissione di emozioni, primo passo per una consapevole fruizione da parte degli abitanti del quartiere e della città di un’area prima anonima.